domenica 6 maggio 2012

E' giunto il momento di abbandonare il pannolino


Per il nostro bambino, il problema principale è quello di vedersi di fronte ad una grossa responsabilità: 


“i grandi si aspettano da me che io sia capace di trattenere a comando pipì e pupù, mentre io mi sento improvvisamente sporco e bagnato senza sapere cosa sia successo”


In altre parole, la consapevolezza che la pipì e la pupù possono essere controllate, trattenendole se necessario e rilasciandole al momento opportuno, è cosa niente affatto banale per un bambino intorno ai due anni di età, che, come in molte altre occasioni della  crescita, si sente spesso ancora impreparato ed insicuro.





L’abbandono della protezione offerta dal pannolino rappresenta quindi un passaggio molto delicato. Al nostro bambino viene chiesto, in sostanza, di sganciarsi dal mondo del lattante per passare ad una vita da adulto, “facendo come fanno mamma e papà”.


E, d’altra parte, il raggiungimento del controllo è motivo di massimo orgoglio.


A questo si aggiunge il rapporto particolare che il bambino in questa fase ha, del tutto normale, con i propri escrementi: li considera un proprio prodotto, la sua “opera d’arte”, ed è felice di mostrarli alla mamma e al papà, fiero di aver compiuto qualcosa di speciale. 


In sostanza, quindi, la fase della separazione dal pannolino è per il bambino un continuo oscillare fra paure e gioie, in cui gioca un ruolo importantissimo l’atteggiamento della famiglia.


La mamma e il papà, entrando in sintonia con lui, con il loro comportamento e parole devono positivamente assecondare queste esperienze; 
altrimenti, se questa fase magica venisse disturbata (cioè, vissuta come problema) il rischio di un blocco diventa concreto. 


Non dobbiamo spaventarci
ancora una volta, il buonsenso, l’intuito della mamma e del papà e la conoscenza degli aspetti del problema devono portare a vivere questa esperienza come assolutamente naturale, come uno dei tanti splendidi momenti della crescita.

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