giovedì 3 maggio 2012

La Balbuzie infantile


Molti genitori manifestano preoccupazione per l’improvviso insorgere nel loro bambino della Balbuzie  e spesso questa loro “immotivata”  preoccupazione si traduce con  modalità correttive, che altro non fanno che alimentare la difficoltà del bambino. Di seguito troverete degli utili suggerimenti che vi permetteranno di affrontare il fenomeno nei migliori dei modi.

E’ utile distinguere  due tipi di Balbuzie:

La balbuzie primaria, caratterizzata da una mancata consapevolezza  del disturbo  da parte del bambino, dalla presenza di esitazioni, ripetizioni e prolungamenti e dall’assenza di tentativi di evitamento di quel particolare fonema o sillaba.
 In particolare fa il suo esordio fra i 3-5 anni  e tende a risolversi spontaneamente , (in genere nel giro di qualche mese). Si tratta di un fenomeno molto comune, specialmente nei maschietti.

Il problema scaturisce dal fatto che in questo periodo la velocità con la quale corrono i pensieri del bambino, è di gran lunga superiore rispetto alla sua capacità di esprimerli a parole. In particolare tutta la ricchezza di stimoli che circondano il bambino, alimenta il suo desiderio di chiedere , comunicare. Tale forma di comunicazione può diventare incessante e talvolta maggiore delle sue reali abilità comunicative.

Proprio perché si tratta di un disturbo transitorio, i genitori dovrebbero evitare di caricare emotivamente questa fase. All’atto pratico significa ascoltare il bambino senza trasmettergli alcuna emozione di fastidio e di disagio, articolando bene le parole quando ci si rivolge a lui, in modo che ascoltandone il suono possa ripeterle e correggersi da solo.

E’ consigliabile quindi, non perdere la pazienza sgridandolo; non interrompere il discorso del piccolo chiedendogli di ripetere ciò che non dice in modo corretto; non sostituirsi al bambino nel completare la frase o la parola; non dirgli di calmarsi, poiché ciò causerebbe un aumento dell’ansia; non mostrarsi divertiti in quanto questo non servirebbe da stimolo al bambino per correggersi.

 Vi è poi la Balbuzie secondaria:  si instaura generalmente in età scolare, distinta per la presenza di consapevolezza del disturbo da parte del bambino.
In tali casi se la difficoltà persiste si può prendere in considerazione l’intervento di uno specialista.
Anche in questi casi l’atteggiamento dei genitori è di fondamentale importanza.

Nessun commento:

Posta un commento