mercoledì 9 maggio 2012

Impariamo a giocare


Ricordo la frustrazione di una mamma, che pur trascorrendo intere giornate a giocare con la figlia, la vedeva sempre insoddisfatta e scontenta.
In realtà in questo caso il problema dipendeva da due specifici fattori:

1- L’incapacità della mamma di porre dei limiti alla figlia , magari anche semplicemente comunicandole  che  in quel momento non poteva giocare con lei perché occupata.
2- La convinzione della madre che bastasse essere fisicamente presente per potersi considerare “buona” compagna di giochi .

E’ normale che i bambini, (soprattutto se in età prescolare),  richiedano e prediligano le attenzioni e la compagnia dei genitori, ma, non per questo, è sempre “bene”, da parte di quest’ultimi, un eccesso di disponibilità, che potrebbe rischiare di inficiare l’entusiasmo e l’attenzione che lo spazio ludico richiede.


In realtà “l’universo gioco” è una questione  leggermente più complessa a dispetto di quanto molti genitori pensino. Naturalmente mi riferisco ad un Gioco con la G maiuscola. Un’interazione  che sia in grado di compiere una magia: creare un canale comunicativo privilegiato attraverso il quale gettare le basi per un solido rapporto col proprio bambino.

Come si realizza a livello concreto un gioco qualitativo che crei la magia? 

Principalmente con un’attività ludica non direttiva da parte del genitore, all’interno della quale  tutto può essere sperimentato perché nulla è giusto o sbagliato, dove ogni cosa può trasformarsi ed assumere significati diversi rispetto alla reale funzione.
Va ricordato che attraverso il gioco è l’adulto che entra nel mondo del bambino e non viceversa. Un mondo fatto di logiche e regole diverse.
Lo scopo dell’adulto non è gestire il comportamento del piccino, bensì stabilire un reciproco rapporto  e comunicare nel modo a lui più naturale.
Astenetevi quindi, da qualsiasi forma di giudizio: se  vostro figlio dovesse assumere durante la sessione di gioco, dei comportamenti inopportuni, limitatevi ad ignorarli, se persistono voltatevi ed iniziate a giocare per conto vostro.

All’opposto ricordate di elogiare sempre i  comportamenti e gli atteggiamenti positivi che esprime attraverso il  giocoOgni commento sul gioco del bambino è infatti un commento generale sul suo comportamento quotidiano, che funge quindi da rinforzo positivo e da potenziamento alla sua autostima.
Attenzione però a non eccedere, infatti, elogiando i figli per ogni loro azione, questa preziosa tecnica potrebbe perdere la sua utilità.

Quando giocate assicuratevi che non vi siano distrazioni, come ad es. una telefonata che puntualmente arriva non appena il gioco comincia.

Per ultimo, ma non per questo meno importante, il linguaggio non verbale, dovrebbe costantemente trasmettere stima e considerazione positiva, prestate quindi attenzione:
- Al tono di voce: che comunichi entusiasmo
- Al contatto visivo: i vostri occhi devono essere allo stesso livello di quelli del vostro bambino
- All’espressione facciale: mostrate interesse per quello che state facendo. L’eventuale noia verrà immediatamente percepita
- Ai gesti: potete usarli per esprimere approvazione, per esempio sollevando il pollice, battendo le mani, etc.
- Alla postura: piegatevi verso il bimbo. In tal modo dimostrerete interesse per quello che sta facendo.

Ricordate, che lo spazio del gioco, se ben condotto, può diventare  un utile canale informativo e conoscitivo rispetto ai bisogni dei vostri bambini, ed un prezioso strumento a vostra disposizione per aiutarli a superare le ordinarie difficoltà della crescita. 

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