Vorrei soffermarmi, sul potere comunicativo delle storie, in grado di influenzare
positivamente la vita dei nostri bambini aiutandoli ad acquisire competenze
utili a superare i piccoli intoppi della crescita.
Con il loro impiego si possono
trattare efficacemente temi importanti quali l’amicizia, la gestione delle
emozioni, come pure trattare argomenti delicati, quale divorzi, lutti, l’arrivo
di un fratellino, oppure problematiche più specifiche appartenenti al
bambino. (balbuzie, deficit di attenzione con iperattività, etc.).
In psicologia questa preziosa
tecnica definita “biblioterapia”, si
differenzia dalle maggior parte delle fiabe classiche, (comunque utili allo
sviluppo emotivo del bambino), perché propone solo, soluzioni comportamentali
positive, evitando il fattore paura.
L’aspetto interessante è che
paroloni a parte, qualsiasi genitore che voglia insegnare, trasmettere,
sostenere o semplicemente informare il proprio piccolo, può farlo creando
racconti del tutto personalizzati.
Credetemi, non si tratta di
un’impresa ardua, qualsiasi adulto può realizzarla, anche se sprovvisto di
abilità narrative, purché vengano
osservate alcune indicazioni.
Di seguito alcune semplici regole da seguire
per idearne una:
- il racconto non deve contenere
minacce, avvertimenti o allusioni alla cattiva condotta;
- scegliete un eroe che abbia
problemi simili a quelli di vostro figlio;
- inventate un problema che
l’eroe deve risolvere;
- inventate una soluzione che
spieghi esattamente come volete che
pensi o si comporti vostro figlio;
- inventate un finale positivo e
realistico.
Come potete intuire i racconti
dovrebbero quanto mai aderire ai fatti della vita quotidiana, essere quindi
realistici come la scelta dei personaggi.
Ricordate che la narrazione deve
adattarsi all’età del bambino: se in età prescolare, il racconto deve essere
molto semplice, di breve durata e non troppo ricco di particolari che
potrebbero sviare l’attenzione del piccolo dalla trama.
Buon racconto!!!
Buon racconto!!!
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