
Capita a volte che la vita ci metta di fronte a ciò che definiamo delle “prove difficili”.
Ancora più difficoltoso se a doverle in prima persona affrontare sono i
nostri piccoli. Mi riferisco non solo alle disabilità (più o meno importanti),
che comprensibilmente sono motivo di sconforto e di smarrimento per una
famiglia, ma e soprattutto, a quelle
situazioni in cui, esistono delle “criticità”, la cui evoluzione, dipende però in larga misura, da come decidiamo (come genitori), di affrontarle e viverle.
In tali situazioni la differenza è data dai messaggi che inviamo al
nostro piccolo, in quanto sarà il nostro giudizio e la nostra fiducia nelle sue
capacità che formeranno l’impalcatura sulla quale costruirà la percezione di sé.
Vi invito a leggere con attenzione il racconto
che segue, in quanto ha molto da insegnarci.
ROSASPINA
C’era una volta una piccola gattina di nome Rosaspina.
Rosaspina riteneva
d’essere una gattina molto fortunata, perché era convinta, che la vita le avesse regalato più di quanto
lei potesse pretendere.
Viveva in una splendida famiglia che non le faceva mai
mancare il suo affetto ed il suo supporto.
Era la terza di due sorelle che adorava e dalle
quali prendeva esempio.
Fra la cerchia di amichette era la più popolare. La cercavano in continuazione per condividere lunghi pomeriggi di gioco e di chiacchiere.
Insomma, Rosaspina
anche se ancora molto piccola, possedeva già una grande sicurezza interiore,
una forte autostima oltre che un’innata abilità empatica.
La madre di Rosaspina era molto orgogliosa della sua piccola
che vedeva diventare ogni giorno più forte.
Ed ogni sfida che Rosaspina decideva di affrontare, ella
non tardava nel farle avere parole di incoraggiamento:
“Bene piccola, se questo è
veramente ciò che desideri sono sicura che ce la farai, io sono qui per
qualsiasi cosa tu abbia bisogno”
Ed ancora, nei momenti di sconforto:
“so che è faticoso, ma l’unico vero aiuto che posso offrirti
è seguirti a debita distanza, per non
intralciare il tuo cammino; usa ed abusa delle tue capacità”
Brava, forte e bella! ecco come la descriveva chi la
conosceva e gli anni a seguire non smentirono certo questo giudizio. Fu in
grado in effetti, di ottenere dalla vita, tutto ciò che desiderava e forse
anche oltre.
Rosaspina visse una lunga vita serena e piena di
soddisfazioni.
Ancora oggi la comunità la ricorda con commoventi parole:
“Rosaspina è stata un esempio per tutti noi, una gattina
veramente formidabile"
"La vita non è mai stata magnanima con lei"
E' noto a tutti che sin dalla nascita la sua emiparesi avrebbe potuto rappresentare un valido motivo per impedirle di vivere una vita "normale". Molti errori si sarebbero potuti commettere, a partire dall'atteggiamento di una madre troppo apprensiva che ,attraverso un comportamento eccessivamente protettivo, avrebbe potuto rappresentare un ostacolo alla sua crescita, intesa in termini di acquisizione di sicurezza e di fiducia nelle proprie capacità.
Grazie al cielo questo non è mai avvenuto. Rosaspina non è mai stata trattata come una "disabile" e questo le ha consentito di non percepirsi mai come tale e di trasformare il suo limite in risorsa in termini di forza e tenacia nel perseguire gli obiettivi che si prefiggeva .
Grazie al cielo questo non è mai avvenuto. Rosaspina non è mai stata trattata come una "disabile" e questo le ha consentito di non percepirsi mai come tale e di trasformare il suo limite in risorsa in termini di forza e tenacia nel perseguire gli obiettivi che si prefiggeva .
"Ha dimostrato forza ed abilità maggiori, rispetto a chiunque
si trovi qui oggi"
Sapete, mi sono spesso interrogata su quale sia stato il segreto
della forza di Rosaspina ed in fondo credo di averlo scoperto. Cito a tal
proposito un aforisma:
“ il calabrone non ha una costituzione fisica tale da
consentirgli di volare, l’unica differenza è che lui ancora non lo sa!”
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